Pseudonimo di
Charles Edouard Jeanneret-Gris. Architetto, pittore e
scultore francese di origine svizzera. Spirito versatile e di prepotente
vitalità, artista e propagandista, fu anche buon tecnico ed eccellente
scrittore. Entrò giovanissimo nella Scuola d'Arte della cittadina natale.
Viaggiò poi in Italia e in Austria, ove frequentò per qualche
tempo la scuola di J. Hoffmann. A Parigi, nel 1908, fece parte del movimento
cubista a fianco di notevoli personaggi della pittura moderna come Picasso e
Braque. Nello stesso anno lavorò nello studio di Auguste Perret. In
Germania, nel 1910, lavorò con Peter Behrens ed entrò in contatto
con gli spiriti più illuminati della nascente architettura razionalista.
Di nuovo in Francia nel 1917, aprì uno studio e, nel 1919, fondò
la rivista "L'Esprit Nouveau" insieme con A. Ozenfant. Lavorò poi col
cugino Pierre Janneret aprendo con lui uno studio in rue de Sèvres, nel
1922. Dell'anno successivo è la sua prima notevole opera letteraria:
Verso un'architettura, in cui già sono raccolti i princìpi
ispiratori fondamentali del suo pensiero. In questi anni aveva perfezionato
intanto il progetto della
casa Citrohan e aveva cominciato ad
interessarsi di urbanistica. Nel 1925 pubblicò
L'arte decorativa
d'oggi e
Urbanistica e nello stesso anno presentò
all'Esposizione internazionale di arti decorative il suo
Plan Voisin, una
ristrutturazione del centro di Parigi attraverso soluzioni radicali. Del 1927
è la
villa Stein a Garches, progettata in collaborazione con P.
Janneret, e del 1930 la famosa
villa Savoye a Poissy. In questa opera,
caposaldo di tutta la successiva architettura moderna, si leggono con chiarezza
i cinque
postulati enunciati da
L. ed ai quali quest'ultimo fu
sempre fedele: l'uso dei
pilotis per sollevare da terra la costruzione e
rendere fruibile lo spazio sottostante, lo sfruttamento del piano di copertura
(
terrazza-giardino), l'adozione della
finestra-nastro per una
illuminazione ampia e razionale, la massima libertà nella disposizione
delle pareti interne (
piano-libero), l'uso di pilastri arretrati rispetto
ai muri esterni per consentire una libera composizione delle facciate
(
facciata libera). Negli anni successivi
L. lavorò a Parigi
ad alcuni progetti tra i quali il
Padiglione Svizzero della Città
Universitaria (1930) e l'edificio detto
Cité du
Réfugé (1932); pose mano inoltre a vari piani urbanistici
(già nel 1922 aveva proposto un piano ideale per una città di tre
milioni di abitanti) e partecipò con passione ai Congressi Internazionale
di Architettura moderna (CIAM) facendosi promotore della compilazione della
Carta d'Atene, un punto di riferimento per la stesura dei Piani
Regolatori. Nel 1946, sviluppando ulteriormente la sua concezione intorno al
modo di abitare, costruì a Marsiglia una
Unité
d'habitation, un solo edificio di ben 400 alloggi e praticamente
autosufficiente quanto a servizi, centri ricreativi e luoghi di incontro.
Sorsero poi altri edifici simili a Nantes-Reze (1952-55), a Berlino (1957) e a
Briey-en-Forèt (ultimata recentemente). Altrettanto valido il contributo
di
L. nel campo dell'architettura sacra:
Chiesa di
Notre-Dame-du-Haut (la famosissima
Chiesa di Ronchamp) del 1954,
Convento della Tourette, del 1961; e nel campo dell'edilizia pubblica:
Centro delle Arti Figurative di Harvard (1964), il complesso del
Centro Amministrativo di Chandigard, la nuova capitale del Punjab, e il
nuovo
Ospedale di Venezia (1965), la sua ultima opera. Nella sua intensa
attività di scrittore
L. ci ha lasciato opere di notevole
prestigio; oltre a quelle citate ricordiamo:
La ville radieuse (1935),
La casa degli uomini (1942),
I tre insediamenti umani (1944),
Principi di urbanistica (1945),
Maniera di intendere l'urbanistica
(1946),
Modulor (1950) (Le Chaux-de-Fonds 1887 - Roquebrune Cap Martin
1965).